My Hangar Wedding

Quando ho incontrato F per la prima volta, ho subito capito che sarebbe stato molto divertente lavorare con lei e per lei. E’ una ragazza adorabile. E quando ho conosciuto anche M, bhè ero già follemente innamorata di loro ;-).

Spontanei, belli, solari, di larghe vedute, entusiasti e pronti a valutare nuove idee e soluzioni.

Figurarsi che F, al primo incontro, mi disse che stava pensando ad un castello o una villa collina! e non poteva neanche immaginare dove saremmo andati invece a finire ;-) !!

Sempre al nostro primo incontro, F mi disse anche che avrebbe voluto in qualche modo utilizzare il tema del viaggio: il suo fidanzato era un pilota di aerei di linea, per mesi aveva volato sulla rotta Dubai, lei lo aveva seguito qualche volta e addirittura stavano immaginando la loro vita lì. Erano spesso “per aria” e questo le piaceva molto.

Apriamo una parentesi. E’ del tutto normale per una sposa, quando immagina il proprio matrimonio, cercare di “costruirlo” mettendo insieme gli elementi che ha apprezzato maggiormente dalle sue esperienze come ospite al matrimonio di amici e conoscenti. Il problema è che in Italia i matrimoni seguono spesso gli stessi schemi. Come può una ragazza, che magari nella vita fa un lavoro totalmente estraneo al mondo degli eventi, ricevere stimoli diversi? o sei veramente interessata all’argomento, e hai tempo per fare ricerca e documentarti, o altrimenti finisci per ripercorrere anche tu le stesse strade.

E apriamo pure un’altra parentesi: come vi spiegavo qui, la creatività non è a mio avviso un dono ricevuto dalla provvidenza, o meglio, è vero in parte. Ma è anche e soprattutto questione di educarci a riconoscere gli stimoli, saperli in qualche modo “archiviare”, per riproporli e ricontestualizzarli nel momento giusto e con le persone giuste, dandone una nuova e personale interpretazione.

E questo è quello che è capitato a me con loro.

Pilota, viaggio, aerei…i miei criceti correvano come matti e finivano sempre lì. In un hangar. Avevo visto in passato sui miei blog preferiti alcuni inspiration shooting e alcuni ricevimenti allestiti in hangar. Certo stiamo parlando degli Stati Uniti, di sicuro non l’avevo visto in Italia. Sapevo però che in anche in Italia esistevano Hangar già utilizzati per eventi culturali o aziendali. Ma qui da noi? A Torino o in prossimità? Avremmo trovato qualcosa? E qualora lo avessimo trovato, ce lo avrebbero concesso per un evento privato?

Non potevo tenere per me questi pensieri ma la ricerca avrebbe significato tempo ed energie, per cui volevo esser certa che quantomeno l’idea piacesse. Mi sono presa questo rischio e ne ho parlato con la sposa. Il rischio era ovviamente quello che l’idea piacesse ma non fosse poi realizzabile. Come si suol dire…il gioco valeva la candela ;-)

Il “WOW” di F. come prima reazione mi ha riempito di gioia e da lì è iniziato tutto. La fortuna aiuta gli audaci e al termine della mia ricerca mi sono detta che non avrei potuto essere più fortunata. L’avevo trovato. Era esattamente come lo avevo immaginato, in una parola: perfetto. E nonostante non avesse mai ospitato un evento di questo tipo, sì, erano disponibili a parlarne e a valutare. Eureka!!! Fatto un sopralluogo “tecnico” e verificata nel dettaglio la fattibilità, abbiamo dovuto presentare il progetto alla riunione dei soci per avere l’approvazione del direttivo. Dopo qualche settimana di attesa, la conferma.

Certo non è la prima location a cui si pensa per un matrimonio, ma dal punto di vista logistico/operativo era in larga misura migliore di molte ville o castelli! Accesso carraio riservato ai fornitori, spazi aperti e spazi coperti di metrature esagerate, nessuna scala o zona di difficile accesso, quadri elettrici, attacchi acqua, parcheggio, una vista impagabile su tutto l’arco alpino, nessuna costruzione intorno, a meno di dieci minuti dalla chiesa dove si sarebbe svolta la cerimonia, responsabili e personale estremamente gentili e collaborativi….c’era tutto. Persino il catering quando ha poi fatto il sopralluogo ha ammesso che era una situazione ottimale per fare bene il suo lavoro. L’unico neo erano i bagni, brillantemente risolto accordandoci con il bar presente nella torre di controllo.

E ciliegina sulla torta, avremmo anche potuto far arrivare i nostri sposi “via cielo”, facendo atterrare l’aereo sulla pista direttamente di fronte agli ospiti (ignari).

Nel frattempo abbiamo messo insieme il ns moodboard e abbiamo commentato insieme ogni immagine. Convenendo alla fine che la location fosse già molto “azzardata” e “spigolosa” di suo. Avremmo dovuto “smussarne gli angoli”. Una eccessiva modernità degli allestimenti non avrebbe fatto altro che esaltare questo aspetto, dovevamo rimanere più “morbidi” e un po’ più “romantici”. Volevamo creare un’atmosfera quasi onirica. Ma in un certo senso calda ed accogliente. No quindi ai tavoli luminosi, a un light design troppo colorato o glamour, no alle philippe stark trasparenti. E invece sì alle luci “vintage” in sospensione, che avrebbero anche abbassato l’altezza e ci avrebbero aiutato a realizzare un’atmosfera più intima e raccolta. Sì alle chiavarine in legno, sì ai tavoli rotondi che avrebbero “riempito” meglio i grandi spazi.

Le luci presenti in hangar erano fredde, non avremmo potuto utilizzarle, e le luci in sospensione non erano sufficienti, per cui occorrevano luci sui tavoli. Le fiamme in hangar (dove eravamo intenzionati a lasciare degli aerei) potevano essere pericolose. Abbiamo quindi optato per delle luci a stelo a batteria (proiettano un cono di luce sul tavolo senza interferire con il light design della sala). E abbiamo voluto “integrare” questa luce all’interno del “centrotavola” sviluppando e interpretando il tema del volo: una base di fiori e verde su cui sospendere una “nuvola” e degli aereoplani in carta.

Una suite coordinata studiata con attenzione (forse avrete notato che abbiamo rispolverato la desueta ma bellissima espressione del “conVOLARE a nozze“, mai termine fu più appropriato;-) , gli aerei in legno di balsa da utilizzare come escort cards (e cadeaux per gli ospiti), il guestbook-impronte e la quinta per il photobooth interpretati sul tema, le polaroid dell’engagement-shooting (potete vederlo qui) utilizzate nell’allestimonto…sono così tanti i dettagli che ho amato di questo matrimonio…

E’ stato bellissimo fare squadra con questi due adorabili sposi. Non hanno avuto paura di sbagliare e hanno guardato con me l’obiettivo, procedendo con passo deciso e senza esitazioni (ricordate la prima regola? sempre qui). E felicissima di come il talento di Carla+Fabio e Valeria+Alberto abbiano reso eterno il ricordo di questa meravigliosa giornata.

Il video (non perdetevelo!) potete vederlo a questo link.

Wedding Design and planning: That Day di Monica Ferraris
Invitations & stationary: That Day di Monica Ferraris
Videos: Videare 
Photo shooting: IglooPhoto